I had hoped it would get better. it did not
2 stars
Unlikable characters didn't help. There goes 30h of my life!
library binding, 1024 pages
Published Aug. 1, 2006 by Turtleback.
Published in 2004, it is an alternative history set in 19th-century England around the time of the Napoleonic Wars. Its premise is that magic once existed in England and has returned with two men: Gilbert Norrell and Jonathan Strange. Centred on the relationship between these two men, the novel investigates the nature of "Englishness" and the boundaries between reason and unreason, Anglo-Saxon and Anglo-Dane, and Northern and Southern English cultural tropes/stereotypes. It has been described as a fantasy novel, an alternative history, and a historical novel. It inverts the Industrial Revolution conception of the North-South divide in England: in this book the North is romantic and magical, rather than rational and concrete.
Unlikable characters didn't help. There goes 30h of my life!
[Vecchia recensione esportata da altro sito]
Nella mia pluriennale indagine sui capisaldi del fantasy anglofono, era inevitabile che prima o poi mi misurassi con quella prova del fuoco che è Jonathan Strange & Mr Norrell: l'altro pilastro della corrente New Weird assieme a Perdido Street Station, il romanzo che sta al corpus di Jane Austen come il Legendarium di J.R.R. Tolkien sta al mito germanico classico, l'opera acclamata come magistrale da alcuni e gettata nel camino da altri. Per parte mia, ricade nei capolavori, e più esattamente nei grandi romanzi mondo (che sono una delle mie passioni) – perché più romanzo mondo di così si muore. Andando dal generale in particolare, Jonathan Strange & Mr Norrell consiste di almeno quattro strati diversi che si intrecciano in un tutt'uno: è un romanzo storico sull'Inghilterra della Reggenza, in cui riviviamo dalla prospettiva britannica il grande duello fra il re matto …
[Vecchia recensione esportata da altro sito]
Nella mia pluriennale indagine sui capisaldi del fantasy anglofono, era inevitabile che prima o poi mi misurassi con quella prova del fuoco che è Jonathan Strange & Mr Norrell: l'altro pilastro della corrente New Weird assieme a Perdido Street Station, il romanzo che sta al corpus di Jane Austen come il Legendarium di J.R.R. Tolkien sta al mito germanico classico, l'opera acclamata come magistrale da alcuni e gettata nel camino da altri. Per parte mia, ricade nei capolavori, e più esattamente nei grandi romanzi mondo (che sono una delle mie passioni) – perché più romanzo mondo di così si muore. Andando dal generale in particolare, Jonathan Strange & Mr Norrell consiste di almeno quattro strati diversi che si intrecciano in un tutt'uno: è un romanzo storico sull'Inghilterra della Reggenza, in cui riviviamo dalla prospettiva britannica il grande duello fra il re matto Giorgio III e Napoleone Bonaparte (ivi compresa la battaglia di Waterloo, che è una sequenza fenomenale); è un "romanzo di maniera" perfettamente bilanciato fra la tradizione ottocentesca e la coscienza di classe post-1968, in cui seguiamo le vite intrecciate di una decina buona di personaggi fra primari e secondari (più qualche terziario che trasuda carisma), gentiluomini e gentildonne, ministri e servitori, furfanti e soldati; è un romanzo di fantasy liminale nella tradizione di Lud-In-The-Mist, basato sul rapporto di fascinazione e terrore che gli Inglesi anglosassoni provano per i miti di fate ereditati dai loro nemici Celti; è un immane esercizio di worldbuilding che crea per l'Inghilterra una storia medievale e moderna alternativa, sviluppandolo per altro non in foggia semi-lineare tramite appendici (alla maniera di Tolkien), ma in modo sapientemente anacronico (per certi versi ergodico) grazie a un fittissimo sistema di note a piè di pagina; è una riflessione meta-letteraria sui luoghi comuni del fantasy anglofono che mette sotto i riflettori il concetto tutto statunitense e positivista di una "magia dura" e quello (in parte sì britannico ma sicuramente banalizzato e feticizzato dagli yankee) del ritorno di un re perduto. E tutta l'opera trasuda una profonda inglesità fatta in egual misura di ironia e malinconia, più un tocco di citazioni ai grandi autori gotico-romantici (c'è Lord Byron fra i personaggi!) e al maestro Michael Moorcock (e non me lo sto inventando, Clarke è sostanzialmente sua allieva!). Certo, il finale del romanzo è un po' veloce e lascia per strada un paio di comprimari che sarebbe stato bello rivedere un'ultima volta, ma che diamine, il resto si legge che è un piacere: sono sempre 1000 pagine, ma le si sbrana pian piano come una scalata in montagna. Aggiungo infine un commento un po' snob: "Harry Potter è per lattanti, chi ha la magia inglese nel sangue si diploma con Jonathan Strange & Mr Norrell!"
Post scriptum vero: a questo punto credo di potermi mettere il cuore in pace. I massimi del fantasy anglofono li ho letti, ora posso passare ai "minori" che però mi gasano (alleluja).
Unbearable, boring, pretentious. When I have to force myself to read even a few pages from a book, it means I'm not enjoying it at all. That has been happening for the last months with this unswallowable brick.
The thing I regret the most, is having left aside so many other books I wanted to read, because I'm used to read only one book at a time.
I guess I'll just watch the TV series, just out of curiosity. I hope it's more enjoyable than this book.